sabato 13 aprile 2013

Pan per focaccia

Esco dall'Archiginnasio, c'è il sole. Nell'aria il profumo delle studentesse e la voglia di andare al parco.
Ti cerco con lo sguardo e non ci sei. 
Avresti dovuto esserci invece. Lì dove ci eravamo lasciati. I patti erano quelli.




Facciamo un passo indietro. Ho iniziato io tradendoti. 

Te l'ho anche confessato, senza pudore, ma sono tornato da te immediatamente.
Mi hai restituito pan per focaccia. Non posso protestare.

Nel tuo stile, hai saputo trovare il momento migliore. Lo hai fatto togliendomi le certezze all'improvviso, proprio quando iniziavo a fidarmi. Come in fondo ad una discesa pazza percorsa ad occhi chiusi, sapendo di poter frenare all'ultimo.




Auguro a te e all'incauto con cui ti accompagni da questo pomeriggio una fine dolorosa al primo incrocio. Quella fine che tante volte, per la tua propensione al rischio, hai fatto rischiare a me.

L'ultima ieri pomeriggio, con lo schianto lungo la discesa dei garage.

Dyna, vaffanculo.
Tu e il ladro.

3 commenti:

  1. Tempo fa raccontando un ennesimo furto di bicicletta ad un amico polacco intenditore del cinema mi sono sentita dire: deve essere una tradizione italiana... Una specie di "Made in Italy", anche se io personalmente preferisco vestiti e scarpe...

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  2. Non prendertela con lei. è vittima quanto te. si starà struggendo nella lontananza. Non sarai uno di quelli "eh, ma lei l'ha provocato" vero?
    Dai un po' di respiro a 'ste foto, che la prima è bellissima e io non ci vedo un tubo. Abbi pietà della vecchiette.

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  3. Dyna non è vittima. Dici così perché non l'hai mai conosciuta.

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