
Che poi così, un giorno, torno a leggere un libro di Asimov. Un autore che nell'adolescenza mi ha accompagnato in lunghe notti insonni a rincorrere l'ultima pagina dei libri, incurante dell'autobus che mi avrebbe portato a scuola poche ore dopo.
Nelle sue storie fantascientifiche il colpo di scena finale era quello che mi lasciava senza fiato e che aspettavo con ansia sin dall'inizio.
E pure questa volta il colpo di scena c'è stato, ancora più imprevedibile.
Finendo l'ultima pagine ho scoperto che Asimov vent'anni fa mi bastava, ora invece no. Secondo me è perché nel frattempo ho perso qualcosa, non perché ho qualcosa in più.
Mannaggia.
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