domenica 13 luglio 2014

Quando Matteo perse la barba


Racconto la breve storia del giovane Matteo e di come perse la barba per amore.

Inizia in una piccola stanza, in un vecchio palazzo in centro, con il rumore degli autobus in sottofondo. Lo vedo per la prima volta durante una lezione di inglese tra un what's-your-name e un where-are-you-from. Presto concordiamo che il vino in osteria è meglio delle lezioni e nasce un'amicizia.


In seguito lo incontro all'Archiginnasio, tra lo studio matto e disperato e le pubbliche relazioni, soprattutto con le signorine. Ci sono le feste in via dell'Unione, dagli inizi indimenticabili e i finali offuscati dall'alcol. E poi l'inverno canadese e i resoconti dei convegni in giro per l'Europa. A seguire, purtroppo, anche il grande freddo di perdite importanti.


Qualche anno dopo, mentre organizzo una festa, mi dice: posso portare una persona? Nella confusione, presi dai rossi e dalle patatine, non ci accorgiamo che Matteo non ha occhi che per lei. Seduta, timida, con le mani sulle ginocchia; mentre lui, chino, all'orecchio le sussurra:


Viviamo, Francesca, ed amiamo,
i brontolii dei vecchi troppo seri
valutiamoli tutti un soldo!
Dammi mille baci, poi cento,
mille altri, e ancora cento,
Quando ne avremo migliaia,
li mescoleremo perché nessun malvagio
possa invidiarli, sapendo esserci tanti baci.


In un'affollata terrazza di un moderno palazzo in periferia, tra i grilli che cantano al vento, accade la svolta. Matteo e Francesca si guardano da vicino, trattengono il respiro e tutto il mondo con loro, in quell'istante ci appare evidente il comune destino di baci infiniti. 

Questa è la storia di come Matteo perse la barba, per baciare meglio. 



Nota dell'autore: 

Il racconto mi è stato commissionato da un caro amico perché lo leggessi al suo matrimonio. E' diventato una storiaadunpassodallesserevera nel momento in cui, nonostante abbia provato di tutto, non sono riuscito a convincerlo a tagliarsi la barba per la cerimonia. Auguri Francesca e Matteo, e tanti baci!


mercoledì 2 luglio 2014

Viaggiare, elenco non esaustivo dei momenti di piacere

  • compri i biglietti con la Ryanair sotto il tuo prezzo limite,
  • ti procuri la Lonely Planet e la integri con maniacali ricerche su internet,
  • trovi da dormire a pochissimo prezzo, possibilmente gratis,
  • una volta in loco spendi quello che hai risparmiato mangiandoti qualsiasi cosa con la scusa che è tipica,
  • impari le linee della metropolitana locale e te ne bulli con chi è con te, 
  • ogni volta che le auto si fermano per farti attraversare imprechi contro l'Italia dove questo non succede mai,
  • al ritorno riesci a portare il bagaglio a bordo così guadagni quei 5 minuti per tornare a casa e postare le foto su facebook prima degli altri,
  • provi a cucinare la cosa che ti è piaciuta di più e, tutto sommato, anche se non ci somiglia, è buona lo stesso.

martedì 1 luglio 2014

Synecdoche, New York o un rosso di troppo


Come un rosso di quelli buoni.

Già nel naso ti esplodono i sapori, alcuni li riconosci sulla punta della lingua, altri si perdono nel palato.

C'è un che di Inception, un Truman Show al contrario, a tratti sembra I 7 Piani di Buzzati. E molto altro che so di non sapere.

Solo che è come una damigiana di rosso, che bevi a grandi sorsate e presto ti dà alla testa confondendoti. Ad un tratto il tempo si intreccia, i luoghi si fondono e gli altri li vedi doppi.

Finisce che ti ritrovi col mal di testa. Come certi rossi che sembrano buoni ma forse non lo sono così tanto.