sabato 5 aprile 2014

Si alza il vento, che qualche volta porta brutte notizie


The wind rises è in realtà una specie di racconto autobiografico.
Sogni, desideri, fatti realmente avvenuti - anche se non proprio in quel modo lì - si intrecciano in modo divertente, poetico e commovente. La stessa logica di storieadunpassodallesserevere, ma eseguita un po' meglio.

Il protagonista è un ragazzo giapponese il cui nome è Jiro. Curiosamente, se lo si pronuncia ad alta voce, questo nome suona in modo molto simile a Ciro. Soprattutto quando urlato da una mamma campana ad un figlio discolo che scappa nei campi dopo qualche marachella.

Cresce nell'immediato dopoguerra, in un paese povero e semplice. Gli piacciono gli aeroplani, che diventeranno il suo lavoro. La vita lo porta lontano dalla famiglia. C'è un terremoto, potente e distruttivo. I viaggi in treno, su e giù per il Paese. Ci sono i militari, con cui deve avere a che fare e per i quali lavora. Anche se a lui, per essere precisi, della guerra non importa poi tanto.

Onnipresente è il vento. Quell'aria che spinge, trascina, domina e strappa. Il vento dei jet militari che sfrecciano a bassa quota, il vento che fa risuonare l'erba nei campi, il vento che porta il lamento del terremoto anche diversi giorni dopo. Il vento che annuncia le cattive notizie, che a volte assumono la forma del rombo scoppiettante di un motore lontano.

E così qualcuno muore, in tutte le storie che si rispettino qualcuno muore.
Però, portato via dal vento nei sogni agitati di chi resta, si congeda rassicurante con una sola raccomandazione, che è poi un imperioso ordine affettuoso: 'vivi!'.

E il dolore diventa un sorriso; flebile, incerto, ma caldo.

Le vent se lève!... Il faut tenter de vivre!


Nessun commento:

Posta un commento