martedì 10 giugno 2014

E alla fine arrivano i grilli



Per le vie del ghetto l'aria è ferma. Solo io e lei ci muoviamo, lenti ed affiancati. Passeggiamo senza meta, di tacito accordo, per rendere più lunga, lunga all'infinito, una sera di fine primavera.

All'inizio è il gelato. È buonissimo, mi dice, cremino ludovico e cioccolato fondente, in quella gelateria in Castiglione dall'altra parte del centro. Arrivati, però, cambiamo idea. È la volta del kebab. Dal kebabbaro migliore della città, propongo, al limitare del Pratello. E se fosse invece una birra chiara e alla spina al fresco del giardino botanico? Concordiamo, per poterci sussurrare all'orecchio, fingendo fastidio per la musica alta del gruppo sul palco.


Finiamo infine su una panchina di un piccolo parco in periferia. Di fronte le luci irregolari delle tv ancora accese. Sopra il cielo senza luna puntellato di stelle. Intorno i grilli che cantano e un treno lontano che va verso sud.


Mi guarda in silenzio. La guardo.


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