Un pedone sbuca improvviso dal portico.
Ma è troppo prevedibilmente incosciente per sorprendermi. Esperto,
lo schivo senza problemi.
L'autobus mi stringe alla fermata. Lo
fa in staccata, spingendomi verso i passeggeri in attesa. Con un
colpo di reni salgo sul marciapiede. Mi guarda mentre mi allontano, sembra dispiaciuto.
Taglio in una laterale. L'anteriore
slitta su un escremento. Di cane o forse no, comunque morbidamente
pericoloso. Pronto rimbalzo col sinistro e riprendo l'equilibrio. Chino sul manubrio, accelero.
Rientro allora sulla strada principale
ed uno scooterone mi sfiora, dando di gas. Impreca perché
intralcio la ciclabile, io sbilanciato ondeggio. Ma tiro dritto. Anzi
a zigzag.
Ormai ci siamo, vedo già il
palazzone bianco dell'ufficio che mi aspetta. Devo solo superare la
scuola.
La mamma in SUV che riparte dalla terza
fila mi manca per un pelo. Per un attimo la guardo negli occhi. Ci
vedo sollievo, oggi niente rimbrotto del marito per gli schizzi di
sangue sulla carrozzeria.
Arrivo infine nel parcheggio. La mano
trema nell'estrarre dalla tasca le chiavi del lucchetto, mi taglio .
Le scale di corsa e arrivo nel mio
ufficio. Mi siedo e guardo dalla finestra.
Il viale, il clacson delle auto, le
marmitte degli scooter, il rumore delle porte degli autobus, il
vociare dei pedoni, l'anziana col cane.
Anche oggi il più è fatto. Mi aspettano 8 ore di lavoro caldo e sicuro.
Manca solo
il ritorno.
quante cose che mi perdo lavorando da casa...
RispondiElimina