martedì 26 marzo 2013

La sicurezza del posto fisso

Nell'aria fresca del mattino pedalo assonnato verso il lavoro.

Un pedone sbuca improvviso dal portico. Ma è troppo prevedibilmente incosciente per sorprendermi. Esperto, lo schivo senza problemi.

L'autobus mi stringe alla fermata. Lo fa in staccata, spingendomi verso i passeggeri in attesa. Con un colpo di reni salgo sul marciapiede. Mi guarda mentre mi allontano, sembra dispiaciuto.

Taglio in una laterale. L'anteriore slitta su un escremento. Di cane o forse no, comunque morbidamente pericoloso. Pronto rimbalzo col sinistro e riprendo l'equilibrio. Chino sul manubrio, accelero.

Rientro allora sulla strada principale ed uno scooterone mi sfiora, dando di gas. Impreca perché intralcio la ciclabile, io sbilanciato ondeggio. Ma tiro dritto. Anzi a zigzag.

Ormai ci siamo, vedo già il palazzone bianco dell'ufficio che mi aspetta. Devo solo superare la scuola.

La mamma in SUV che riparte dalla terza fila mi manca per un pelo. Per un attimo la guardo negli occhi. Ci vedo sollievo, oggi niente rimbrotto del marito per gli schizzi di sangue sulla carrozzeria.

Arrivo infine nel parcheggio. La mano trema nell'estrarre dalla tasca le chiavi del lucchetto, mi taglio .

Le scale di corsa e arrivo nel mio ufficio. Mi siedo e guardo dalla finestra.
Il viale, il clacson delle auto, le marmitte degli scooter, il rumore delle porte degli autobus, il vociare dei pedoni, l'anziana col cane.


Sospiro.

Anche oggi il più è fatto. Mi aspettano 8 ore di lavoro caldo e sicuro.

Manca solo il ritorno. 

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