sabato 30 marzo 2013

La noia e il tradimento

Dyna, devo dirtelo, c'è un'altra.

No, non è colpa tua. E' colpa dell'attrito, via via aumentato, che rende difficile andare avanti e arrivare al lavoro tutte le mattine. E' colpa dell'incertezza quotidiana davanti agli ostacoli improvvisi così come agli incroci conosciuti. E' colpa di un rapporto bloccato nonostante i miei sforzi.

Accade per caso. Una riunione improvvisa alla sede centrale, convocata all'ultimo minuto. C'è il sole e lo sciopero dei bus. E così la vedo nonostante il buio del garage interrato. Gomme lisce e sottili, luccicante alle lame di luce che cadono dalle grate.

Partiamo timidi, prendendo le misure a vicenda. Ma è questione di un attimo. Già in via San Felice voliamo sull'asfalto beffandoci delle buche. Con azzardo rallentiamo solo all'ultimo al semaforo di via Ugo Bassi. Scaliamo i rapporti inseguendo il vento tra i bus in via Rizzoli. Quando parcheggio al 13 di via Zamboni ho il fiato corto e il cuore a mille.


Durante la riunione, però, penso. E capisco. Non è venuto meno l'affetto per te, da te infatti torno a sera. Ma mi mancavano le sicurezze della normalità. L'adrenalitico rapporto che ci lega mi aveva fatto dimenticare piccole gioie quotidiane. Come frenare, ad esempio. O accelerare scattando sui pedali, senza paura che si stacchino all'improvviso mettendo a rischio le mie capacità procreative.

Ma la normalità è noia. Funziona solo quando è eccezione.
Per questo, allora, riprendiamo a rischiare insieme.
Sino a che la ripetizione del rischio non lo renderà noia a sua volta.

Dyna, devo dirtelo, c'è un'altra. Ma non conta. 
Per ora.


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