mercoledì 29 maggio 2013

Il dj del PD

Cosa pensa il dj quando migliaia di piedi in trance ballano al suo ritmo?


Nascosto dietro una console sempre troppo grande. La silhouette di una testa con grandi cuffie che si muove a tempo. Le mani rapiscono ipnotiche gli sguardi. Passano dischi, uno dopo l'altro. Sconosciuti. La riconoscibilità, nei rari casi in cui si presenta, è ridotta ai minimi termini da remixaggi che violentano tempi e suoni.

Lentamente i piedi escono dalla tranche. I passi sostituiscono i salti. Le birre rapiscono sguardi più dei dischi. Solo resta una coppietta che si bacia al centro della pista. All'ultimo pezzo sconosciuto si allontano anche loro, continuando a baciarsi ad occhi chiusi.

Cosa pensa il dj quando ha di fronte una pista vuota e migliaia di bicchieri che si svuotano parlando d'altro? 

Penserebbe qualcosa se per un attimo, uno soltanto, alzasse lo sguardo. 
E invece imperterrito continua per la sua strada. Sbagliata.

Come certi dirigenti del PD.


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