giovedì 13 giugno 2013

Con un palmo di naso

In un pomeriggio di sole, dopo mesi di nuvole, nell'aria un profumo che conosco.

In via San Felice potrebbe essere il profumo calorico dei cornetti di Laganà e della ricotta che trabocca. In un bar sempre troppo buio i dolci ti guardano lungo il percorso infinito per arrivare al banco.

In via Pescherie Vecchie potrebbe essere il profumo colorato della verdura di stagione. Dei fruttivendoli pachistani che discutono con anziani malfermi del tempo, dei prezzi, e della Bologna di una volta.


In via Caprarie potrebbe essere il profumo frizzante della spuma nera Baladin, quella con le bollicine dolciastre che sanno di quando mia mamma era bambina. E della gianduia liquida, fuori menù, solo per gli iniziati come me.

In via Zamboni, nella piazzetta San Donato, potrebbe essere il profumo gioioso della primavera delle studentesse. Ridendo risalgono o riscendono. Di certo non studiano, ma per quello c'è sempre tempo, oppure non ce n'è più e non vale la pena crucciarsi.

In via Oberdan potrebbe essere il profumo del caffè di Terzi, il “Medellin supremo” che sa di cioccolato, o l'”India Parchment”, potente e aggressivo. Della cortesia dei camerieri a cui non bisogna abituarsi perché il mondo, quello vero oltre la vetrina, è completamente diverso.

Potrebbe essere, ma non è lui.

Non mi dispero e continuo a girare.


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