martedì 10 settembre 2013

Le vite degli altri, una recensione



E' un film che parla di comunisti e intercettazioni, ma non l'ha scritto Daniela Santanchè.

E' ambientato nella DDR e il protagonista è uno della Stasi che lo mettono a seguire uno scrittore di successo. Sto protagonista, HGW XX/7, è uno bravo. Ha una laurea e pure un master. Certe volte insegna all'università dei servizi segreti. Se ti interroga lui, preghi la Madonna che finisca presto. Ma, se preghi la Madonna, è pure peggio, perché i comunisti della DDR le cose religiose non le sopportano tanto.
Ha solo un problema, il protagonista, che la vita sua manca forse di un po' di brio. Nei feriali, o sta nascosto nel sottotetto a sentire le cose che si dicono lo scrittore e gli amici suoi intellettuali, o sta a rapporto dal capo suo: un biondino col culo per faccia e lo spirito di patata. Una volta torna a casa un po' prima, ringalluzzito dall'aver ascoltato lo scrittore che amplessava, e si concede un po' d'amore pure lui. A pagamento, però, con la signorina più brutta della DDR. Che lo lascia pure insoddisfatto perché ' a bello, la prossima volta prenotavi per un'ora'.

Lo scrittore, invece, è un figo. Ha una bella casa, si vede con gli amici, fa le feste, va a teatro e si accoppia con un'attrice. Che, nota a margine, s'accoppia anche con chiunque altro possa giovarle alla carriera, ma ama tantissimo lo scrittore. Tuttavia nel finale muore perché non attraversa sulle strisce.
Solo una cosa sto scrittore non fa mai, lavorare. Nei 7 anni che racconta il film lui scrive solo un articolo e un libro. Senza che il tenore di vita ne risenta minimamente. Anzi, alla fine va in giro in auto blu. Sarà ricco di famiglia.

Comunque, il protagonista tanto s'appassiona alle cazzate degli intellettuali del bel mondo che, nell'ombra, pure li aiuta. Risolve una crisi coniugale allo scrittore e ne copre l'ardito e audace gesto di scrivere un articolo sui suicidi nella DDR. Che mò noi magari pensiamo che non è che ci voglia tanto a scrivere un articolo così, tra l'altro facendolo pubblicare anonimamente. E invece lo scrittore ci pensa e ci ripensa, si consulta con gli amici intellettuali, per giorni e giorni. Tanto non hanno niente da fare. E alla fine si decide.
La Stasi s'insospettisce e allora va a casa sua per fargli un paio di domande. L'attrice che tanto lo ama l'ha denunciato. Il protagonista, però, riesce a nascondere le prove e a salvare lo scrittore , senza che questo manco se ne accorga. La Stasi s'incazza e degrada il protagonista, che dall'università passa a aprire le buste col vapore, e senza la malattia e le ferie pagate.

Poi cade il muro. Lo scrittore, tra una partita a golf e un bridge, scopre tutto nell'archivio della Stasi . Scopre che il protagonista l'ha aiutato falsificando i rapporti. Allora decide di cercarlo per ringraziarlo.
Gira e rigira lo trova, ora fa il postino. Di quelli a piedi col trolley. Dice all'autista della Rolls 'fermati'. Ma poi ci ripensa e tira dritto. Scrive un libro per raccontare sta storia. E ci fa un sacco di soldi.
Il protagonista postino, un giorno, vede il libro in libreria. Lo apre e legge la dedica in prima pagina: 'a HGW XX/7, con gratudine'.

Allora compra il libro e poi una mazza nodosa.
Attraversa tutta Berlina smadonnando e santiando. La camera lo segue con una carrellata.
Smadonnando e santiando arriva sino a casa dello scrittore.
Citofona e gli dice: 'Wendy, sono io”.
Poi sale e gli va a dire un paio di cose.  

2 commenti:

  1. ah ah ah! Fantastico!
    Comunque è ovvio che lo scrittore è un nemico del popolo e può permettersi la bella vita senza lavorare perché è stipendiato dalla Cia. Spiacente per il protagonista, che c'è caduto

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    1. io ho deciso di iniziare a scrivere dopo aver visto questo film. purtroppo, però, il bonifico della CIA tarda ad arrivare. mannaggia.

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