martedì 12 agosto 2014

Il viale e la cava ovvero "L'attimo fuggente"


Nell'89 avevo 14 anni. La prima volta che andavo al cinema da solo, senza i miei genitori. L'appuntamento con gli amici era al Cinema San Michele in centro, spettacolo delle 18.

Io abitavo in periferia, nel quartiere detto Far West, e la nomea non era dovuta alle balle di fieno rotolanti nel deserto, quanto piuttosto ad una primitiva gestione del diritto di proprietà e della giustizia.

Avevo due strade davanti. Quella breve attraverso la vecchia cava abbandonata, una lenta discesa tra massi, polvere e rovi che dalla zona leggermente sopraelevata mi avrebbe portato direttamente al lungomare. E quella lunga che seguiva il viale alberato, passava davanti alla scuola elementare e dopo una sfilza di negozi confluiva nel lungomare. Scelsi la lunga.

Nel buio della sala iniziammo a rumoreggiare. Si esibì il mio amico Gozzilla, detto così per i rutti poderosi, e qualcun altro raccontò quella divertentissima barzelletta di Pierino e non so chi. Volarono anche schiaffi da parte di qualche adulto spazientito, lo immaginai dalla chiara successione di schiocchi. Ma fu solo per pochi minuti. Fummo subito ridotti al silenzio, le pagine del libro strappate conquistarono la nostra incondizionata attenzione e quando salì in piedi sui banchi ad accompagnarlo c'era un coro di bocche spalancate di stupore e ammirazione, nello schermo e nella sala.

Non sono sicuro di aver capito il film e il messaggio che portava, però ricordo bene l'euforia successiva. Senza neanche salutare mi avviai deciso verso casa. Giunto al bivio neanche decisi perché la scelta non si poneva. Abbandonai la strada illuminata per arrampicarmi lungo il sentiero buio e polveroso.

Scivolai diverse volte accompagnato da ululati di coyote, rovi desiderosi di avvolgersi alle mie gambe e da leggende metropolitane che si susseguivano nei miei pensieri. In cima, alla luce dei cancelli dei primi palazzi del mio quartiere, sporco, sudato e graffiato, risi a pieni polmoni dei rimproveri che avrei ricevuto tornato a casa.

Mi voltai per un attimo, di sfuggita e per l'ultimo volta.
Proseguii diritto.


Nessun commento:

Posta un commento