Improvvisa una folata di vento.
Un'ombra veloce mi sorpassa. Con l'occhio che a fatica si abitua, la
vedo. Ritta ed elegante. Gambe lunghe pedalano senza sforzo. L'aria
si apre in due e lei scivola via,
spinta dagli angeli. Le fanno da
velo morbidi capelli biondi con leggeri striature più scure.
Mi anticipa nel parcheggio delle bici e
per un attimo si volta verso di me. Di una bellezza sacra e profana
allo stesso tempo. Come quella di certe Madonne rinascimentali. E' la
mia Lucrezia Buti, e per un attimo mi sento Fillippo Lippi.
Litigo con la tasca per le chiavi del
lucchetto. Il peccato originale è non averle tenute nella giacca. Il
tempo di maledire e lei è già scomparsa.
L'ascensore di destra sale sino
all'ultimo piano.
Con quello di sinistra scendo nell'interrato.
Rocco, ripiglia la bici e passa da me, c'è una premiazione a buffet.
RispondiEliminadantesco il finale ;)
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