mercoledì 10 aprile 2013

(Maledette) telefonate romane

Serata perfetta. La conosco ad una festa.
Primi timidi sguardi sfuggenti e poi l'appuntamento tacito al tavolo degli alcolici.
Un'oliva, le patatine, diversi bicchieri di bianco.
Le risate sceme in terrazzo guardandoci negli occhi. La prossemica che va a farsi benedire.
Poi quella maledetta telefonata romana.

E lei è andata via con un altro.


Dedicato a tutti quelli ai quali una telefonata romana ha portato via il sogno e le certezze.
Liberamente tratto dal post di Matteorenzi che per onestà intellettuale di seguito riproduco:

Fare il delegato regionale per eleggere il Presidente della Repubblica non era un mio diritto. Lo avrei fatto volentieri, certo, orgoglioso di rappresentare Firenze e la Toscana. Le telefonate romane hanno cambiato le carte in tavola, peccato. Nessun dramma però, in politica può succedere. Mi spiace soltanto, la doppiezza di chi parla in un modo e agisce in un altro. Ai doppiogiochisti dico: forse non riuscirò a cambiare la politica. Ma la politica comunque non cambierà me. Io quando ho da dire qualcosa lo dico in faccia, a viso aperto e non mi nascondo dietro i giochini.”

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