Primi
timidi sguardi sfuggenti e poi l'appuntamento tacito al tavolo degli
alcolici.
Un'oliva,
le patatine, diversi bicchieri di bianco.
Le
risate sceme in terrazzo guardandoci negli occhi. La prossemica che va a
farsi benedire.
Poi quella maledetta telefonata romana.
Poi quella maledetta telefonata romana.
E lei è andata via con un altro.
Dedicato a tutti quelli ai quali una telefonata romana ha portato via
il sogno e le certezze.
Liberamente tratto dal post di Matteorenzi che per onestà
intellettuale di seguito riproduco:
“Fare
il delegato regionale per eleggere il Presidente della Repubblica non
era un mio diritto. Lo avrei fatto volentieri, certo, orgoglioso di
rappresentare Firenze e la Toscana. Le telefonate romane hanno
cambiato le carte in tavola, peccato. Nessun dramma però, in
politica può succedere. Mi spiace soltanto, la doppiezza di chi
parla in un modo e agisce in un altro. Ai doppiogiochisti dico: forse
non riuscirò a cambiare la politica. Ma la politica comunque non
cambierà me. Io quando ho da dire qualcosa lo dico in faccia, a viso
aperto e non mi nascondo dietro i giochini.”
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