martedì 12 febbraio 2013

E' vietato andare in bici nella tormenta


E' vietato andare in bici nella tormenta.

Il sellino è congelato. Al primo incrocio, con le pasticche dei freni andate, fermarsi rimane un desiderio. La vista è ridotta per l'accumulo di neve sugli occhiali. Fai soste frequenti per ripulirli, ma ad un certo punto, per eccesso di sicurezza e perdita di sensibilità, sbagli la mira e ti infili un dito in un occhio. Orbo, ma avanzi. Allontanandoti dal centro ti addentri in territori poco esplorati. Hai due scelte: inserirti in un solco già tracciato da qualche pneumatico, con la sicurezza di cadere quando tenterai di uscirne; provare a tracciarne uno nuovo, violando la neve fresca, con la sicurezza di prendere presto una buca e cadere. E' solo una questione di tempi, quindi. Quando sei vicino a casa, tiri un sospiro di sollievo, ma è illusorio. La discesa dei garage ti ricorda che le piste nere affrontate da principiante sono una delle principali cause di invalidità tra gli stolti.


E' tutto vero. Ma è solo una parte della storia. Quella che ci raccontano le mamme, fedeli fiancheggiatrici della lobby dei petrolieri.

In realtà, quando nevica, ci sono meno macchine e si ritorna per un attimo padroni incontrastati del territorio. Con i pedoni, sparuti e timorosi, nasce subito un'istantanea simpatia e compartecipazione emotiva. Come tra compagni che sanno di affrontare una sfida epica. I solchi nella neve sono piste da bob, li segui sfruttandone le pareti il più possibile. Alla prima discesa scopri quant'è naturale la capacità di padroneggiare il mezzo con sapienti sculettii e l'importanza del colpo di natica. Divori la distesa bianca ed anche la neve, ogni volta che apri la bocca per respirare. Tu lo sai che sapore ha il fiocco di neve? Io, sì. Ma il meglio viene quando arrivi a casa e, mentre immergi i piedi in una bacinella di acqua bollente, sorseggi un tè del discount che sa del migliore vin brulè.

E' vietato andare in bici nella tormenta, perché poi tutto il resto ti sembrerà insapore.

7 commenti:

  1. ho riso come una pazza per la prima metà.
    ho fatto sì sì con la testa la seconda metà.
    la frase finale mi ha quasi commossa.

    p.s. tutte le volte che compilo un caaptcha come caspita si chiama ho il terrore di rendermi conto che sono un androide.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. intanto grazie, perché mi hai fatto imparare una nuova parola! compilando quegli affari, a me è capitato varie volte di essere rifiutato in quanto androide. tecnologicamente obsoleto, tra l'altro.

      Elimina
    2. non sono molto lusingata di averti insegnato una parola tanto brutta e inutile. Innanzitutto lo puoi togliere, così mi risparmi il sudorino freddo tutte le volte che lo devo compilare. E il moto di stizza quando lo devo compilare la seconda volta. E la capocciata sul tavolo per risistemare i transistor quando lo devo compilare la terza volta.
      Così eh, poi fai tu...

      Elimina
    3. mi sopravvaluti tecnologicamente. moltissimo.

      Elimina
  2. il fiocco di neve? il sapore dell'infanzia, a noi bambini piaceva mettere in bocca palline fatte di neve schiacciata, contrariamente al pareri della lobby dei petrolieri di cui sopra. ma vai a ricordarti a che pro!

    RispondiElimina
  3. Mi piace come scrivi! Senza ridondanze e "ferendo" i pensieri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! sono davvero lusingato dalle tue parole. devo però rivelarti che spesso ferisco l'italiano, più che i pensieri.

      Elimina